The Ritsu's vibez Podcast

Aikido mindset: domina l'attenzione in qualsiasi circostanza

November 14, 2023 Ritsu Aikido Season 1 Episode 5
Aikido mindset: domina l'attenzione in qualsiasi circostanza
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Aikido mindset: domina l'attenzione in qualsiasi circostanza
Nov 14, 2023 Season 1 Episode 5
Ritsu Aikido

L'attenzione non pensa. Ci avete mai pensato? Se riflettiamo sull'attenzione, la prima cosa che ci viene in mente è concentrarci, focalizzarci, pensare. E invece, è esattamente il contrario. Per essere davvero attenti, dobbiamo avere una mente vuota.
Ma come si fa? E come possiamo applicare le tecniche di Aikido che lavorano sull'attenzione, nella vita quotidiana?
Seguitemi in questo episodio dove vi racconterò la mia esperienza personale, vi spiegherò il vero significato dell'attenzione e, soprattutto, vi insegnerò due esercizi semplicissimi, ma super efficaci, per imparare a dominarla!

Commentate il post su Instagram con la vostra esperienza e le vostre riflessioni e lasciatemi un DM con le vostre proposte per i prossimi episodi.
Instagram page: Ritsu_Aikido
More connections to come!
Stay tuned!

E se siete a Roma, venite a provare il potere di questa meravigliosa arte marziale nel nostro dojo: Kohaku --> https://www.kohakuaikidoroma.com

Approfondimenti (commentate per maggiori dettagli su questi termini estremamente complessi e affascinanti e per i relativi kanji che li compongono):
mushin: 無心 la non mente, è uno stato mentale a cui si può arrivare con la meditazione secondo la dottrina Zen e Taoista e durante le attività quotidiane secondo alcune arti marziali, fra cui l'Aikido
Zen: 禅 insieme di scuole buddiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del buddismo Chan a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. La filosofia dell'Aikido è una straordinaria ed interessantissima fusione di  Shintoismo e Zen
Shinto: 神道  religione di natura politeista e animista nativa del Giappone (*avete notato che il kanji di To, in Shinto, è lo stesso di Do in Aikido? Entrambi significano la Via, il percorso che si è scelto di seguire. Ma, meno metaforicamente, in giapponese si legge anche michi e significa semplicemente strada!)
kanji: 漢字 il modo con cui, in giapponese, si traduce la parola ideogramma. Ogni volta che mi sentirete parlare di kanji, sto intendendo l'ideogramma con cui una certa parola viene scritta in giapponese
Tada Hiroshi: 多田 宏 è un artista marziale giapponese, Shihan di Aikido, detiene il grado di 9º dan dell'Aikikai, è direttore didattico dell'Aikikai di Italia. Discendente di una famiglia di samurai dell'isola di Tsushima è stato allievo diretto di O Sensei. Ha 94 anni!!! E continua a praticare in maniera eccellente. Sarà a Roma di nuovo nel 2024, non perdetelo!

ATTENTION!!!
The english episode can be found on my youtube channel Ritsu Aikido at this link:
https://youtu.be/q_JTBRYUhuk?si=oORMPTOaZpIAEYOQ


Show Notes Transcript Chapter Markers

L'attenzione non pensa. Ci avete mai pensato? Se riflettiamo sull'attenzione, la prima cosa che ci viene in mente è concentrarci, focalizzarci, pensare. E invece, è esattamente il contrario. Per essere davvero attenti, dobbiamo avere una mente vuota.
Ma come si fa? E come possiamo applicare le tecniche di Aikido che lavorano sull'attenzione, nella vita quotidiana?
Seguitemi in questo episodio dove vi racconterò la mia esperienza personale, vi spiegherò il vero significato dell'attenzione e, soprattutto, vi insegnerò due esercizi semplicissimi, ma super efficaci, per imparare a dominarla!

Commentate il post su Instagram con la vostra esperienza e le vostre riflessioni e lasciatemi un DM con le vostre proposte per i prossimi episodi.
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E se siete a Roma, venite a provare il potere di questa meravigliosa arte marziale nel nostro dojo: Kohaku --> https://www.kohakuaikidoroma.com

Approfondimenti (commentate per maggiori dettagli su questi termini estremamente complessi e affascinanti e per i relativi kanji che li compongono):
mushin: 無心 la non mente, è uno stato mentale a cui si può arrivare con la meditazione secondo la dottrina Zen e Taoista e durante le attività quotidiane secondo alcune arti marziali, fra cui l'Aikido
Zen: 禅 insieme di scuole buddiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del buddismo Chan a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. La filosofia dell'Aikido è una straordinaria ed interessantissima fusione di  Shintoismo e Zen
Shinto: 神道  religione di natura politeista e animista nativa del Giappone (*avete notato che il kanji di To, in Shinto, è lo stesso di Do in Aikido? Entrambi significano la Via, il percorso che si è scelto di seguire. Ma, meno metaforicamente, in giapponese si legge anche michi e significa semplicemente strada!)
kanji: 漢字 il modo con cui, in giapponese, si traduce la parola ideogramma. Ogni volta che mi sentirete parlare di kanji, sto intendendo l'ideogramma con cui una certa parola viene scritta in giapponese
Tada Hiroshi: 多田 宏 è un artista marziale giapponese, Shihan di Aikido, detiene il grado di 9º dan dell'Aikikai, è direttore didattico dell'Aikikai di Italia. Discendente di una famiglia di samurai dell'isola di Tsushima è stato allievo diretto di O Sensei. Ha 94 anni!!! E continua a praticare in maniera eccellente. Sarà a Roma di nuovo nel 2024, non perdetelo!

ATTENTION!!!
The english episode can be found on my youtube channel Ritsu Aikido at this link:
https://youtu.be/q_JTBRYUhuk?si=oORMPTOaZpIAEYOQ


What’s up cuties? Questo è The Ritsu’s vibez podcast e se state cercando quell’attimo di ispirazione che arriva quando meno te lo aspetti…allora siete nel posto giusto! In questo spazio parliamo di quello che ci accade ogni giorno attraverso una lente speciale, la Via marziale dei samurai, che quel genio di Ueshiba Morihei ha trasformato nell’arte dell’Aikido. Come? Non sapete di che parlo? Tch…allora rimanete con me! Reels velocissimi, risposte velocissime. Non abbiamo tempo da perdere, siamo disposti a dedicare qualche secondo solo se otteniamo un valore immediato in cambio. Che sia svago, educazione, divertimento, tutorial. Ma la soddisfazione deve essere istantanea.

Attenzione però: la soddisfazione e la felicità sono due cose completamente diverse. Possiamo ottenere così tanti vantaggi da scoppiare, e sentirci comunque vuoti. La cura di sé, la comunicazione fra esseri umani, il sentirsi capiti, ascoltati, il fare insieme, il progettare insieme. 

Se cercate valore immediato là fuori c’è una offerta infinita sui social media. Se volete riprendervi un pezzettino di voi stessi ogni giorno, lentamente, senza strategie, senza do ut des, solo idee e ascolto, allora fermatevi qui e parlate con me. Perché con me? Perchè ho scoperto la metafora perfetta per guardare la nostra vita di tutti i giorni da una prospettiva diversa e questa metafora sono le arti marziali, l’Aikido. L’Aikido si pratica anche seduti alla scrivania, è una forma mentis. Lasciatelo entrare nelle vostre vite e uscite dal vortice. Di fronte avete solo voi e quello che ancora, di voi, non sapete. 

Oggi parliamo dell’attenzione. Lo sapete che l’attenzione non pensa? Ma cosa vuol dire? Ne parleremo in questo episodio e vi racconterò dei metodi per rimanere focalizzati quando proprio non riusciamo. Let’s go! Quante volte ci capita di dire: “ah, non riesco proprio a concentrarmi”, “su questa cosa non riesco proprio a focalizzarmi!” “non riesco a prestare attenzione come vorrei!” L’attenzione non è affatto una cosa semplice da gestire e con il tenore di vita che abbiamo, le corse che facciamo continuamente, il fatto che dobbiamo essere multitasking…vi dico un grande segreto, il multitasking è la più grande boiata della storia. In realtà la vera chiave è il monotasking, ma di questo vi parlerò in un altro episodio. Anzi, se vi interessa commentate il post dell’episodio su Instagram così ci lavoriamo subito. Comunque dicevo, con il tenore di vita che abbiamo è normalissimo perdere l’attenzione e avere difficoltà di concentrazione, ma il punto è che spesso fraintendiamo cosa voglia dire essere attenti. Facciamoci caso, il concetto di attenzione non ci fa forse pensare al massimo livello possibile di concentrazione? Soprattutto se riflettiamo sul termine inglese, il focus, essere focalizzati su qualcosa significa che sto mettendo tutte le mie capacità mentali in quel preciso momento. E l’errore è proprio questo. Perché per essere veramente attenti dobbiamo avere una mente vuota. Dobbiamo fare tutto tranne che pensare.

Questa perla ci è stata regalata dal mio maestro di aikido durante una lezione. Si stava lamentando del fatto che non fossimo attenti a quello che lui stava spiegando e quindi ci disse:” l’attenzione non pensa. Se volete stare attenti a quello che sto facendo dovete mettervi in testa che non dovete pensare, non dovete concentrarvi, non dovete focalizzarvi, la vostra mente deve essere vuota”. Perché nel momento in cui pensiamo, nel momento in cui ci vogliamo concentrare, stiamo di fatto compiendo un’azione che ci distoglie dall’attenzione. È come se fossimo una giara vuota. Se è vuota possiamo riempirla ma se c’è già dentro qualcosa, se stiamo pensando, non possiamo metterci quello verso cui dovremmo stare attenti. Nel momento stesso in cui pensiamo a quello cui dovremmo stare attenti, stiamo iniziando a giudicarlo, valutarlo, criticarlo, mentre stare attenti significa rinunciare completamente a noi stessi per ricevere completamente l’input che vi viene dall’oggetto della nostra attenzione. E qui viene il bello, non è certo una cosa facile da fare. Avere una mente completamente vuota è forse una delle cose più difficili da ottenere. Non per niente è uno degli obiettivi delle arti marziali e richiede una vita di studio. Il mushin, la non mente, di fatto è uno dei grandi misteri dell’attenzione. Significa esserci e contemporaneamente non esserci. Senza voler scivolare in conversazioni mistiche, come possiamo assicurarci di poter stare attenti nel nostro quotidiano? Quando ci rendiamo conto che in realtà siamo persone che perdono facilmente l’attenzione, come possiamo verificare se sappiamo stare attenti. Beh ci sono due esercizi estremamene semplici, ma semplice è tutt’altro che facile, ed efficaci. 

Il primo è il respiro, ma guarda un po'. Viene tutto dal respiro, tanto. Non è difficile da capire. Essere nel famoso qui e ora, di cui parlano tutte le filosofie new age, in fondo che vuole dire? Se c’è una cosa che proprio non sopporto è questa modalità mistica di insegnare meditazione o in generale le arti marziali. In realtà si tratta di qualcosa di estremamente pratico, è respiro. Se respiro sono qui e adesso, anche perché se non fosse così sarei morto. Quindi nel momento in cui sono attento al mio respiro, sono certo di essere nel momento presente. Quindi la prima cosa che dobbiamo fare quando si parla di prestare attenzione, è cominciare dal respiro. È prestare attenzione in primis al nostro respiro. È assolutamente evidente che, se lo facciamo, non prestiamo attenzione a ciò verso cui dovremmo stare attenti, ma questo non è un problema. Iniziamo dal respiro. La prossima volta che volgiamo stare attenti a qualcosa e vogliamo assicurarci di avere una mente completamente vuota e pronta a ricevere le informazioni che desideriamo, cominciamo dal respiro. Prendiamo dei respiri profondi e concentriamoci su quei respiri. Nel momento cui lo faremo ovviamente non presteremo attenzione all’oggetto della nostra attenzione, ma lo presteremo al respiro, ma non importa. Perché così facendo in realtà ci abituiamo a stare nel momento presente. E da lì, dopo aver prestato attenzione al respiro ci sposteremo gradualmente verso l’oggetto della nostra attenzione ma con un atteggiamento mentale completamente diverso. 

Il secondo esercizio fondamentale da fare è, nel momento in cui ci siamo resi conto che siamo nel nostro respiro e siamo quindi nella modalità attenta, rendiamoci conto di quanto quell’attenzione la perdiamo. Perché ve lo posso assicurare, tempo 3 secondi e la vostra mente prenderà una tangente: cosa devo preparare per cena, a che ora devo andare a prendere i ragazzini, oddio devo fare quella telefonata, ahhhh ho una riunione perché me la sono dimenticata, ecce cc ecc. questo è inevitabile e normalissimo. Il punto è che non ce ne rendiamo conto. La meditazione non è altro che attenzione al respiro e consapevolezza di tutte le volte in cui perdiamo l’attenzione verso il respiro. 

Una delle cose più divertenti che ci capitava di fare con il maestro Tada Hiroshi, il nostro ex direttore didattico dell’Aikikai d’Italia. Per il maestro Tada gli esercizi di meditazione sono fondamentali quindi quando facevamo i raduni intensivi d’estate, a La Spezia, passavamo molto tempo a lavorare sulla meditazione. E inevitabilmente c’erano due possibilità, o ti addormentavi, che era veramente una figura di merda perché tu eri convinto che eri attento e un certo punto ti rendevi conto che eri tutto inclinato di lato con la bavetta che ti scendeva sul mento…oddio che figura di merda se ci penso perché ovviamente mi è capitato. Oppure eri molto convinto che stavi meditando e invece stavi pensando a ruota libera a duemila cose diverse senza neanche rendertene conto. E il Maestro Tada rideva tantissimo e ci diceva: “non dormite, non dormite!” ma ci diceva anche che era perfettamente normale e anzi, nel momento in cui ci rendevamo conto che ci stavamo addormentando o che la nostra mente prendeva una tangente, era il momento che stavamo capendo l’esercizio di meditazione. Perché in effetti la chiave è sempre nella consapevolezza, anche e soprattutto, la consapevolezza di sbagliare. In questo caso la consapevolezza di aver perso l’attenzione. Se la prossima volta che vogliamo stare attenti a qualcosa, cerchiamo di concentrarci innanzitutto sul nostro respiro, di stare attenti al nostro respiro e piano piano ci spostiamo verso l’oggetto della nostra attenzione, certamente la nostra mente sarà più vuota, più pronta e meno incline a giudicare, distrarsi. Dopodichè dovremo renderci conto di quando quella attenzione al stiamo perdendo e quando capiterà dire a noi stessi: “o porca miseria, ho preso una tangente un’altra volta” e provare a ritornare dove eravamo. Le prime volte durerà pochi secondi, ma piano piano andrà sempre meglio e ogni volta terremo l’attenzione un po' di più. Certo, dovremo mettere in conto che sembreremo completamene deficienti quando qualcuno ci sta parlando perché magari invece di stare attenti, secondo noi, a quello che dice, stiamo facendo dei grandi respiri con una grande faccia da santone e probabilmente penseranno che stiamo un po' fuori. Oppure dovremo continuamente dire a noi stessi: “cacchio, ho l’attenzione di un pesce rosso, porca miseria, dopo 3 secondi sto già pensando a un’altra cosa!” ma se lo rendete una pratica quotidiana, vedrete che in pochissimo tempo cambierà radicalmente il vostro approccio alle cose. Perciò la prossima volta che vi capita di parlare di attenzione, ricordatevi che l’attenzione non pensa, l’attenzione prevede una mente completamente vuota. Se stiamo attenti non pensiamo, non giudichiamo, non ci focalizziamo, non ci concentriamo, siamo contenitori pronti a essere riempiti. E voi che ne pensate? Vi è mai capitato di perdere l’attenzione facilmente’ e come la recuperate? Soprattutto fatemi sapere se avete mai riflettuto sul fatto che l’attenzione non pensa, l’attenzione prevede una mente completamente vuota. Commentate il post del podcast su Instagram con le vostre esperienze e fatemi sapere come vi comportate quando perdete l’attenzione. E non dimenticate di mandarmi un DM sempre su Instagram in modo che possiamo sviluppare insieme i prossimi episodi. Come sapete questo podcast è un pretesto pe creare una opportunità di dialogo quindi vorrei davvero che i contenuti fossero creati insieme e fossero davvero espressione di quello che voi pensate. Instagram page ritsu_aikido. Grazie per essere stati con me e al prossimo episodio. 

Intro
Ma perchè non siamo mai veramente attenti?
L'attenzione sul tatami
Esercizio 1 per mantenere l'attenzione
Esercizio 2 per mantenere l'attenzione
Aneddoto imbarazzante
Come applicare gli esercizi nella vita quotidiana
Outro